Competenza esclusiva dell’attività del pugilato in Italia – LETTERA DI DIFFIDA WFC

Competenza esclusiva dell’attività del pugilato in Italia – LETTERA DI DIFFIDA WFC

La scrivente Federazione è venuta a conoscenza dello svolgimento di una manifestazione di boxe denominata ”TOTAL COMBAT FINALI CAMPIONATO NAZIONALE e EUROPEI LIGHT” sotto l’egida della WFC (World Fighter Corporation) riconosciuta dalla ASI e prevista per il giorno 6 febbraio 2022 a Cologno Monzese. E’ indubbio rilevare la gravità della vostra condotta che consente lo svolgimento di incontri di “pugilato” al di fuori dal contesto regolamentare e legislativo proprio della nostra disciplina ed inoltre non risulta in effetti nessuna convenzione o autorizzazione da parte della scrivente federazione allo svolgimento di tali manifestazioni.

In primo luogo, è necessario ricordare che la F.P.I è l’ente che disciplina e promuove l’attività sportiva del Pugilato in Italia nel rispetto della legge, ed in ossequio ai principi e alle disposizioni del CONI, del CIO e della Federazione Internazionale Boxe (IBA) e che il CONI riconosce una sola Federazione per ciascuno sport (art. 2 Statuto CONI). Tale prerogativa è chiaramente riconosciuta e certificata dal CONI che ha approvato con delibera della Giunta Nazionale n. 247 dell’11/06/2019 lo Statuto della F.P.l. che prevede espressamente che “La F.P.I. è autorizzata in via esclusiva a svolgere in Italia l’attività sportiva del pugilato agonistico e amatoriale, in armonia con le deliberazioni del C.I.O. e del C.O.N.I., anche in considerazione della rilevanza pubblicistica di specifici aspetti di tale attività” demandando alla stessa F.P.I. “…lo scopo di promuovere, organizzare, disciplinare, regolamentare, propagandare, sviluppare e attuare programmi di formazione di atleti e tecnici, nonché di svolgere lo sport del pugilato nei settori AOB, Pro, Amatoriale e Giovanile”.

In particolare, la F.P.I. è l’unica struttura responsabile dell’organizzazione dell’attività del pugilato – il cui contenuto agonistico è definito dalla stessa Federazione – della gestione degli aspetti tecnici e della promozione della disciplina che presiede nell’ambito dei confini nazionali, costituendo, altresì, l’esclusivo referente per l’I.B.A. a livello internazionale. Tale condizione è uno dei presupposti per il riconoscimento, ai fini sportivi, da parte del CONI che, è bene rammentarlo, procede all’affiliazione di qualsiasi ente federale soltanto quando lo stesso ente è l’unico organismo a rappresentare la disciplina
nell’ambito nazionale e sia affiliato ad una Federazione Internazionale riconosciuta dal CIO. In altre parole, nessun altro Ente riconosciuto dal CONI potrebbe presentare nel proprio Statuto la possibilità di svolgere ovvero promuovere l’attività sportiva che già ricada sotto l’egida di una Federazione affiliata al CONI.

In tale ottica la F.P.I. ha disciplinato il reclutamento, la formazione e l’aggiornamento di figure professionali quali Tecnici ed Istruttori, Medici ed Ufficiali di gara che, con la propria opera, salvaguardano la sicurezza e la regolarità dell’attività del pugilato in tutte le sue forme. Inoltre la F.P.I. ha strutturato specifiche polizze assicurative che, nel pieno rispetto delle normative vigenti, garantiscono adeguate coperture per i rischi connessi.

In merito proprio alla tutela sanitaria, la Federazione Pugilistica Italiana ha adottato un apposito regolamento che disciplina le funzioni specifiche del settore, nel rispetto della vigente normativa nazionale e regionale (DECRETO MINISTERIALE 18 FEBBRAIO 1982, DECRETO MINISTERIALE 2 AGOSTO 2005; 
DECRETO MINISTERIALE 28 FEBBRAIO 1983), delle disposizioni del CIO, del CONI e delle Federazioni Internazionali ai fini della tutela e del controllo dello stato di salute dei propri tesserati uomini e donne. Tali normative e relative direttive chiariscono che la determinazione e la qualificazione dell’attività sportiva agonistica è di esclusiva pertinenza delle FSN ovvero quando questa venga praticata sistematicamente e/o continuativamente e soprattutto in forma organizzata e competitiva. La FPI, di concerto con il CONI e la Federazione Medico Sportiva Italiana, ha investito nella formazione e l’aggiornamento del “medico di ruolo del pugilato” che rappresenta uno dei perni della struttura federale con specifica competenza e particolari responsabilità per garantire la tutela e l’integrità fisica dell’atleta nell’ambito di uno sport complesso come quello del pugilato.

Alla luce di quanto precede, si diffida quindi dal compiere e/o avvalorare non solo l’attuazione di programmi che possano mettere a rischio l’incolumità degli individui, anche giovanissimi, ma di danneggiare conseguentemente l’immagine del nostro sport. Al contempo si chiede agli organi in indirizzo di prendere i dovuti provvedimenti onde scongiurare il ripetersi di tali gravi violazioni e di intervenire per una corretta definizione delle rispettive competenze, soprattutto alla luce delle peculiarità della nostra disciplina così come regolamentata nell’attuale ordinamento sportivo.

Da ultimo, evidenziamo che è fuori di dubbio che nessuno possa svolgere e/o organizzare attività di pugilato o boxe (in tutte le sue forme e varianti) in assoluta mancanza di tutele, garanzie e specifici protocolli tecnico-sanitari che la scrivente Federazione adotta in osservanza dell’attuale ordinamento.

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